Ma è veramente finita?
Verrebbe da dire di sì, ma si può usare questo revival a proprio vantaggio, facendo riscoprire l’origine di questa subcultura, sperando non in un rifacimento farlocco di qualcosa che è già stato e non può più essere, ma in un movimento giovanile nuovo, concimato da questa realtà moderna, simile a quella che ha scatenato il primo nichilismo punk. Siamo in procinto di una guerra mondiale, segregati in una gabbia di amianto trasparente che piano piano logora i polmoni, quale momento migliore per svegliarsi da questo incubo e creare dei nuovi spazi attivi e svegli, senza coperte o cuscini a proteggerci dalla realtà?IL PUNK è MORTO E IL SUO CADAVERE VENDUTO
Il bisogno di rabbia, che contraddistingueva il primo movimento punk, sta cadendo velocemente in una banale euforia per la trasgressione, uno stile, un povero e scarno revival degli anni passati.
Nel momento esatto in cui qualcosa compare sul palco e inizia a dare fastidio allo spettacolo, gli sceneggiatori non esitano un momento nel rendere quel fastidio una comparsa colorata, parte della loro sceneggiatura.
Così è stato fatto in passato con il punk: non ha resistito, non era fatto per essere parte dello spettacolo ed è morto, ma a quanto pare non era abbastanza canonica la sua scomparsa precoce e così si è riesumato il corpo, abbellito con un pó di cipria per renderlo meno cadaverico e mandato in direttissima di nuovo sul palco.