Nel 1956, John McCarthy, conia il termine "Artificial Intelligence", affermando una tecnologia che negli ultimi due decenni si è andata a sviluppare freneticamente.
"Tra i più noti desideri umani, dopo quello di volare, c'è sempre stato quello di sentirsi al pari di un dio creatore..."
Sempre più umanizzata e vicina alla ragione, di facciata destinata all'utilizzo comune, di fatto sfruttata per genocidi e controllo repressivo della popolazione. Mentre ci divertiamo a fare strane domande a una AI, un modello simile, a Gaza, controlla un drone militare israeliano che spara su vite innocenti. Sistemi intelligenti di sicurezza urbana identificano e segnalano istantaneamente anomalie nell'"ordine pubblico".
Sapendo che l'evoluzione artificiale non farà altro che accelerare nel tempo, è importante avere una minima conoscenza del funzionamento di queste AI, in modo da poterle affrontare nel vostro piccolo.
Large Language Model
Il funzionamento di questi modelli si basa sull'elaborazione di grandissime quantità di dati e informazioni, la maggior parte sono utilizzate impropriamente o ottenute con autorizzazioni confusive, infatti quasi tutti i termini che accettiamo, acconsentono a utilizzare i nostri dati a scopo di lucro o per un utilizzi secondari come il training di intelligenze artificiali.
Questa grande mole di informazioni finisce in pasto a un algoritmo che successivamente ci restituisce un modello allenato, che funziona fondamentalmente come un correttore automatico di un semplice cellulare. Si basa infatti sulla previsione probabilistica della parola successiva, creando così frasi di senso compiuto rispetto ai dati acquisiti. Ovviamente questa è una definizione molto sintetica delle reti neurali artificiali, ma è abbastanza per capire il concetto base.